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6 aprile 2011: primavera!

Prunus avium (ciliegio), fioritura primaverile, buon potenziale nettarifero e pollinifero (pallottole color verdastro). Assiduamente visitato da apis mellifera, bombus, osmia e xylocopa (cfr. “Flora e api” Ricciardelli, D’Albore, Intoppa, Calderini Edagricole). Laddove non è possibile ottenere un raccolto monoflora, la fioritura del ciliegio è occasione ottima per il rinnovo dei favi più vecchi degli alveari che vi bottinano l’abbondante e chiaro nettare..


un bugno villico

Un tempo, quando ancora non esistevano le moderne arnie con i favi su telaini mobili, come si usano oggi nella cosiddetta “apicoltura razionale”, le api erano allevate nei “bugni villici”… Ogni terra, regione, valle, isola d’Europa ha avuto il suo bugno villico che si distingueva da quelli usati in altri luoghi, in altre tradizioni apistiche, per la forma e per il materiale di costruzione: scavati nel legno di un tronco, nella roccia, etc. … oppure costruiti con fasci di arbusti legati gli uni agli altri in maniera tale da formare un cesto e ricoperti esternamente da una mistura di argilla e sterco per proteggerli dalle intemperie… come quello in foto, originario della Germania, Lunenburg.

La particolarità del bugno è che le api costruivano il favo attaccato direttamente alle pareti interne del cesto… in pratica, era quasi impossibile estrarre il favo dal bugno senza romperlo. Era molto complicato esaminare i favi di covata e diagnosticare tempestivamente pericolosi focolai di patologie virali….


favo con covata e uova di api operaie

nelle cellette, a partire da sinistra…ci sono le uova,

procedendo verso destra…le larve

ed infine la covata opercolata (a destra)


Innanzitutto, loro: le protagoniste

L’apiario “Fiume di pietra”, Vesuvio 600 mt s.l.m. (Ercolano, Na)

Foto scattata a metà dicembre. Mattinata con cielo sereno, ma fredda e ventosa. Le famiglie sono tutte rintanate nelle arnie, le api si stringono in glomere, l’una addosso all’altra, per tenersi al caldo. Le attività sono ridotte al minimo, non c’è covata perché la regina ha interrotto la deposizione delle uova, perciò anche i consumi di miele sono ridotti al minimo: le api in questo periodo nn consumano altro che il miele necessario per riscaldare sé stesse.

….tutto tace, in attesa della primavera… !